Lo spettacolo al quale ho assistito ha rappresentato una montagna russa di emozioni: prima feroce, violento; poi tranquillo, accompagnato dal dolce canto degli uccellini, e poi di nuovo angosciante e a tratti anche inquietante. L’accompagnamento musicale vedeva alternarsi canzoni quasi religiose al suono rabbioso e aggressivo di un’arma da fuoco, sottolineando quel dualismo caratterizzante dell’opera; un’opera che voleva essere quasi una denuncia della situazione economico-politico dell’Inghilterra.
Nonostante i suoi oggettivi punti di forza, però, ho trovato la coreografia a tratti così inumana (come nel momento in cui si è vista una scena di cannibalismo) da allontanare lo spettatore da quella che era la realtà e dal significato dell’opera in sé, confondendo la linea di divisione che si staglia tra realtà e finzione diventata ormai confusa e impercettibile.
Tutto sommato, comunque, l’opera è stata piacevole e sincera, sicuramente anche grazie alla bravura professionale dei ballerini.
Simona Montella