Teatro con VIsta: “Pensaci, Giacomino!” secondo gli studenti del Liceo Pigafetta

Gli studenti Liceo Pigafetta di Vicenza hanno partecipato al progetto Teatro con Vista: diventare spettatori partecipi, nella stagione artistica 2023/2024.

La classe 4CC ha partecipato allo spettacolo Pensaci, Giacomino! con Pippo Pattavina, in scena il 26 e 27 marzo 2024 al Teatro Comunale di Vicenza.

Queste le loro riflessioni:

Lo spettacolo mi è piaciuto molto perché mi sono ritrovara a parteggiare per un personaggio, quello del Professore, il cui scopo iniziale era quello di truffare lo stato prendendosi per moglie una giovane ragazza così che, una volto morto, lo stato avrebbe dovuto pagare la pensione alla giovane per il resto della sua lunga vita.

La scenografia era semplice ma d’effetto e cambiava ad ogni atto in modo da far capire agli spettatori i cambiamenti di spazio e di tempo.

Quello che non mi è piaciuto è stato che tra il secondo e il terzo atto non abbiano fatto una pausa e quindi il pubblico non è riuscito a concentrarsi nel terzo atto.

Elena

Lo spettacolo dell’opera di Luigi Pirandello, ‘Pensaci Giacomino’, nonostante le difficoltà nel comprendere tutte le battute a causa dell’audio del teatro e la complessità dell’opera, mi ha fatto molto riflettere. 

Durante lo spettacolo mi sono affezionata al ruolo e all’ animo buono del professore, che cerca di aiutare Lillina a portare avanti sia la gravidanza sia l’amore che la giovane prova per Giacomino. Molto interessante si è rivelato discutere alcuni giorni dopo riguardo il “reale ruolo” dei personaggi. In classe infatti sono emersi pensieri differenti che hanno “capovolto” la visione “apparente” dello spettacolo. Mi è piaciuta molto la scenografia, un’aggiunta del regista che, a mio parere, non si discosta dall’opera dell’autore ma invita ugualmente a riflettere sul ruolo dei personaggi per Pirandello, il quale credeva che ogni individuo indossasse diverse maschere sociali e ruoli, variabili a seconda del contesto. Questo concetto si riflette nell’opera teatrale che abbiamo visto, esplorando la complessità dell’identità umana e la sua natura sfuggente e multipla.

Giulia

Ho trovato molto singolare il protagonista, ovvero il professore, in quanto, da diversi punti di vista, le sue azioni possono essere viste come buone e altruiste tanto quanto di spinta egoistica. Si può dire che il suo proposito iniziale di truffare lo stato viene oscurato dall’enorme aiuto che egli offre ai due giovani innamorati e che, attraverso lo svolgersi dell’azione, cerca di mantenere intatto, arrivando lui stesso a presentarsi da Giacomino per parlare. L’attore calato nel ruolo del professore ha avuto una grande presenza scenica attraverso tutto lo spettacolo ed era chiaro al pubblico quanto fosse il perno di tutta la storia e di tutti i personaggi. Perfino Giacomino, che dal titolo sembrava essere centrale, rimane sullo sfondo e le sue azioni sono più che altro raccontate dagli altri personaggi. Ho trovato che il finale è stato risolto un po’ troppo brevemente rispetto a tutte le azioni attraverso cui si è arrivati allo Spannung. Infatti la posizione che Giacomino stava mantenendo così strenuamente, anche grazie alla sorella, viene abbandonata in un batter d’occhio per considerazioni che, pur sempre esclamate dal professore con molta enfasi, venivano spontanee da pensare e non vedo perché Giacomino abbia cambiato idea così in fretta.

Gaia

Ho trovato intrigante il personaggio del professore; non si è riuscito a capire fino alla fine e nemmeno dopo se le sue azioni fossero state fatte per altruismo o fossero puramente egoistiche. Credo che non si possa definire né “buono” né “cattivo”, semplicemente umano, e che addirittura possa esserci stato un sovrapporsi tra le due: inizialmente erano state fatte in modo egoista, per truffare lo stato, ma poi potrebbe aver effettivamente cominciato a voler bene alla ragazza, al bambino e persino a Giacomino; questo ha anche oscurato il suo intento iniziale, in un certo senso. Quasi in parallelo al professore che si inserisce come protagonista nelle vite degli altri personaggi, anche l’attore che lo impersonava si è distinto in modo particolare sul palco con grandissima presenza scenica. Una cosa che mi è particolarmente piaciuta è stata la scenografia: era molto interessante la scelta di presentare i “camerini” degli attori sul palco quando non si trovavano in scena, quasi una scena nella scena. Un altro dettaglio che ho trovato, invece, poco piacevole è stato il cambio di atto dal secondo al terzo, dove mancava la pausa e la chiusura del sipario. Per quanto sia stato interessante vedere come venivano scambiati gli oggetti di scena, considerando che tra il primo e il secondo atto il sipario era stato calato sarebbe stato meglio avere questo espediente, anche per permettere al pubblico di fare una pausa tra i due atti.
Matilde

Lo spettacolo è stato molto interessante e diverso dal solito. La scelta di rappresentare uno stage all’interno del palco con attorno dei finti camerini ha rispecchiato e rispettato la poetica pirandelliana. Gli attori sono stati brillanti, in particolare il protagonista, Pippo Patavina, che è riuscito a ottenere un effetto di spontaneità nelle azioni, nonostante il contesto teatrale. Le scelte del regista di minimalizzare il quantitativo di oggetti di scena ha permesso al pubblico di concentrarsi sui personaggi e la loro psicologia, al centro dell’indagine di Pirandello sull’essere umano. Nonostante potesse risultare difficile da seguire per la lingua puntellata da arcaismi e i dialoghi pieni di concetti, i fattori sopra descritti hanno favorito l’attenzione e la partecipazione del pubblico senza che questi si perdesse nella trama della narrazione.

Federico

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