Spettatore e attore: uno non può ”vivere” senza l’altro

Solitamente non sono molto abituata ad andare a teatro per vedere uno spettacolo. Anzi, spesso, mi capita di recitare. Grazie a questa occasione, ho potuto immedesimarmi nei personaggi osservandoli da un altro punto di vista: la platea. Questa rappresentazione la recitai anch’io qualche anno fa in un saggio di teatro.

In un certo senso e in alcuni momenti precisi, ad esempio quando sono comparsi il carro e l’altalena nel bosco, mi sembrava di essere direttamente partecipe e facente parte di quell’ambiente. É stato ”strano” stare semplicemente seduta ad osservare i vari personaggi e non entrare in azione di prima persona. Tuttavia, in alcuni momenti, mi affioravano alcuni ricordi del personaggio che avevo interpretato come meglio credevo, per poi notare la differenza con la rappresentazione di un altro attore.

Inoltre, l’approfondimento fatto in classe, mi è servito per capire meglio la differenza, ma anche la somiglianza, tra spettatore e attore: uno non può ”vivere” senza l’altro. Secondo me, essere spettatori non significa solamente andare a teatro e guardare uno spettacolo. Sento che c’è qualcosa di più profondo, una specie di legame che si forma tra le due parti: l’attore definisce un personaggio e lo spettatore lo coglie, trovando anche un collegamento tra sé e quest’ultimo.

Nel teatro c’è una sorta di magia che travolge tutti. Fa dimenticare il tempo trascorso; sembra di stare lì per una vita(durata dello spettacolo), quando invece, purtroppo, sono solo un paio di ore.

Spero vivamente di rivivere altre volte quest’esperienza, poichè il teatro è una delle passioni che mi spingono ad andare avanti.

Camilla Benetti