Penso che ogni progetto costruttivo si debba iniziare con un “brainstorming”, così come noi abbiamo cominciato la prima lezione con Andrea, o meglio dire la prima riunione, perché, a differenza delle lezioni che siamo soliti “assorbire passivamente” a scuola, il nostro incontro si è basato fin dal principio sul dialogo. Una chiacchierata a cui abbiamo potuto partecipare tutti, senza avere paura di sbagliare ed essere giudicati, volta a costruire, tramite l’intervento di ognuno, il concetto di teatro.
Passando poi al gioco di sguardi, l’interazione si è amplificata e dalle parole siamo passati alla pratica cercando di fare una ricerca introspettiva su noi stessi, che ha dato i suoi frutti grazie ad uno scambio collettivo delle nostre impressioni.
La sera del 19 marzo 2019 eravamo pronti per andare effettivamente a teatro. Il pomeriggio prima tra me e le mie compagne si era aperta una discussione sull’outfit giusto da indossare per la serata, non essendo abituate ad andarci spesso, nessuna di noi sapeva bene cosa indossare. Alla fine del dibattito la tenuta scelta da tutte è stata “elegante, ma non troppo”. I nostri compagni maschi sono invece arrivati dopo allenamento ,ancora con il borsone da basket, ma l’importante era essere lì tutti assieme, fuori dal contesto scolastico. La nostra esperienza a teatro ha rispecchiato le varie parole che erano emerse durante il “brainstorming” iniziale: ritrovo, comunità, attesa, buio, luci, danza , stupore, riso …
Durante lo spettacolo mi sono divertita molto, ma ho anche potuto riflettere. Ho pensato a come il teatro sia una forma di intrattenimento plurimillenaria che ha successo ancora oggi, a come probabilmente piacerebbe molto anche a me recitare su un palco, a come fosse stato pensato in ogni dettaglio la rappresentazione. La macchina del fumo, i costumi, la musica la scenografia … tutto ciò lo posso descrivere in una parola: arte. E’ stata una serata in cui gli attori hanno saputo conciliare l’inquietudine con la comicità, che sono principalmente i due caratteri del teatro che mi coinvolgono di più.
In alcuni momenti sono riuscita pure ad immedesimarmi non nei personaggi, ma negli attori; chissà che soddisfazione sentire una platea intera scoppiare nella più sonora e sincera risata e ricevere una marea di applausi.
Tutte queste mie sensazioni, punti di vista ed emozioni gli ho potuti condividere con i miei compagni grazie all’ultimo incontro con Andrea.
Ho capito che in un’epoca come la nostra ,ormai basata sulla tecnologia , risulta speciale ed essenziale trovare uno sprazzo di umanità in un ambiente come il teatro.
Elisa Maneschi