Che cosa vuol dire osare?

Che cosa vuol dire osare? Non vuole forse anche dire essere qualcosa che nessuno è mai stato, essere una versione di se che non si rifà a nessun altro modello che non a se stessi?

Rosa ha osato eccome, ha osato essere se stessa in un mondo che va sempre più verso un’omologazione, una serie di standard e di consuetudini a cui siamo soggiogati e che spesso ci impedisce di esprime il nostro massimo potenziale. Attraverso una sapiente autoironia e la rottura di molti preconcetti, Rosa è riuscita non solo a divertire, ma ci ha anche reso spettatori differenti da ciò che eravamo prima. Ci ha dato una lezione di teatro, insegnandoci che anche un osservatore può avere un’influenza più o meno forte sulla performance di un attore, cambiando egli stesso il modo in cui avverrà la rappresentazione, donandogli un’energia unica e irripetibile, che rende consci dell’importanza di essere il più possibile nel momento, traendone appieno ogni aspetto. E nonostante tutte queste cose siano già di per se molto più di quanto si riceve di solito dopo uno spettacolo, la sua lezione si è estesa anche alla nostra stessa vita, al modo in cui ci relazioniamo con il mondo. Da parte mia posso dire che mi ha fatto rendere conto di quanto siamo condizionati nel nostro essere e soprattutto che quando si è se stessi e non si ha paura di esserlo, possiamo trovare nella nostra vita delle persone che ci apprezzano per quello che realmente siamo, senza aver bisogno di indossare delle maschere per piacere agli altri.

L’esperienza è stata educativa ma non pesante in entrambe le sue parti, nel confronto con Andrea riguardo allo spettacolo e il ruolo dello spettatore sia durante lo spettacolo vero e proprio. Se dovessi riassumere con una sola parola l’attività direi scambio: nella prima parte era vivissimo infatti il continuo confronto di idee, la discussione e l’interpretazione di ciò che per ognuno di noi vogliono dire le varie tematiche legate al teatro. Nella seconda parte invece lo scambio era di energia, un flusso continuo che andava da noi a Rosa e da lei a noi; in circa 5 minuti si era già creato un contatto che ha reso lo spettacolo quasi intimo, un’esperienza che mi ha cambiato e che mi lascerà un ricordo e una consapevolezza che non dimenticherò.

Jacopo Valsecchi