Era la prima volta che andavo a teatro, e tutto grazie ad Andrea Dellai che con il suo intervento in aula mi ha aiutato ad abbattere gli stereotipi che mi ero fatto nella mia testa di questo tipo di svago. “È da vecchi” pensavo, ma mi son reso conto che il teatro è esattamente il contrario: l’età media degli spettatori era molto più bassa di quello che mi ero immaginato fino ad allora, e in sala c’erano anche molti giovani.
La lezione “preparatoria” alla serata era iniziata piuttosto male, con silenzi imbarazzanti nei quali nessuno parlava (eccetto commenti col compagno di banco), complice anche il poco tempo a disposizione e quindi la mancata eliminazione dei banchi come barriera per il discorso; poi da parte nostra è sorta una collaborazione nei confronti di Andrea e la discussione si è animata diventando sempre più coinvolgente. L’unica cosa da evitare, forse, è usare il porta gesso in plastica, era abbastanza fastidioso, ma nulla di grave, eh.
Per quanto riguarda la serata in sala, purtroppo ci erano stati rifilati i posti in alto, e quindi i più distanti dal palco, ma la rappresentazione è stata ottima, specie se teniamo conto degli interventi comici che spezzavano un po’ con la serietà della storia e che contribuivano a tenere il pubblico concentrato sulla scena.
La restituzione, a differenza dell’incontro precedente è stata molto più fluida perché conoscevamo già Andrea è quindi parlare era diventato più semplice.
In sostanza ringrazio Andrea e la mia professoressa, ma anche i miei compagni che hanno aderito al progetto, perché probabilmente senza di loro non avrei mai scelto di mia iniziativa a teatro a quest’età, e tantomeno a vedere una rappresentazione di Shakespeare.
Daniele Piccoli