Nello spettacolo “Giocando con Orlando”di Stefano Accorsi e Marco Baliani, l’assolo è incentrato sulla figura dell’amore tra uomo e donna, che spinge l’uomo a compiere gesta eroiche se non corrisposto.
In generale lo spettacolo è stato di mio gradimento: nonostante non conoscessi in modo approfondito la trama dell’opera di Ariosto, sono riuscita a seguire la storia senza troppe difficoltà grazie allo scorrere fluido e leggero della narrazione, in cui le varie storie si fondevano bene assieme, e all’inserimento di parti comiche.
Il momento critico della serata è stato l’inizio della prima scena, dove un po’ a causa dei microfoni e della recitazione di Accorsi, ho pensato che non sarei riuscita a reggere 1h 20 di spettacolo in quel modo…poi però tutto è andato per il meglio.
La scenografia così vuota ma allo stesso tempo piena è stata un punto fondamentale per lo spettatore; i cavalli sullo sfondo e il palco praticamente vuoto lasciavano libera l’immaginazione e si adattavano perfettamente ad ogni scena, poiché eravamo noi del pubblico a poter dar loro significati diversi; questo però, mi ha portata a volte a perdere il filo della narrazione dato che non c’era nulla di particolare che mi attirasse a guardare la scena.
I cavalli coloratissimi di Mimmo Paladino, sembravano sospesi in una giostra, un po’ come quelli su cui salivamo da bambini. Ciò che ho apprezzato di più, è come siano riusciti a rendere accessibile a chiunque un’opera di difficile comprensione (anche se meno rispetto ad altre) come L’Orlando.
Sara Cappellina – Liceo Pigafetta, Vicenza