Il gioco delle 4 stagioni (tra mimo e musica)
Si torna aperti e disponibili come da bambini, ma anche critici verso i grandi che non rispettano il pianeta… Ho un’immagine molto netta del grande calendario da sfogliare, dei personaggi narranti che giocano con l’attrice che non riesce a non mettere in primo piano il proprio compleanno. Il gioco di contatto visivo ed affettivo con il pubblico è gestito con arguzia ed innocenza: riesce a catturare l’attenzione ed alcune domande serie rimangono tra i sorrisi e le risate.
Himalaya_drumming
Formidabile! L’immagine indelebile per me sarà il ponte che il corpo costruisce con elasticità e grande vigore; il braccio che si allunga verso il cielo e porta su il resto del corpo. Ecco qui che la materia diventa spirito, la ricerca interiore si palesa e si espande fino allo sguardo e all’anima di chi guarda.
La batteria ed il musicista dialogano con lo spazio disegnato dalla danzatrice, con l’intensità fluttuante e ciclica dei suoi movimenti, propongono ed accolgono incessantemente. La luce arancione mi desta, mi commuove e mi fa entrare nel cerchio.
A corpo libero
Ho avuto il grande privilegio di partecipare ad un laboratorio in cui Silvia Gribaudi ha de-costruito questo pezzo per alcune danzatrici; la fascinazione per la poetica/pratica di questa artista è iniziata vedendola danzare dentro una vetrina a Bassano ed entrare in contatto con chiunque passasse di lì, cambiando il modo di guardare un corpo femminile. Il canovaccio non cambia, ma cambia il contesto e l’interprete… e si ride, ma anche no, si cambia dentro impercettibilmente, poi sempre più coscientemente si prende coraggio e si danza nella propria vita, con il corpo o senza, si prende coraggio. GRAZIE SILVIA!
Livia Marin