Rivivere un’opera conosciuta

Dare un giudizio allo spettacolo “Giocando con Orlando” dell’attore Stefano Accorsi mi risulta ancora difficile, nonostante sia passata più di una settimana. Non avevo aspettative prima della visione, ma ammetto di essermi spaventata quando all’inizio Accorsi ha cominciato raccontando dal leggio. Non sarei riuscita a sopportare un’ora di sola lettura. Successivamente lo spettacolo si è rivelato molto interessante. Conoscevo le storie di Orlando, dato che non più di 3 mesi fa le ho studiate a scuola approfonditamente.
Proprio per questo mi incuriosiva la maniera in cui l’attore avrebbe portato sul palco un’opera simile. Pur essendo da solo è riuscito ad occupare lo spazio in modo eccezionale e la gestualità ha reso più comprensibile ciò che stava raccontando. Per tutto lo spettacolo infatti ha recitato in rima, rimanendo quasi del tutto fedele al testo dell’Ariosto. Questo forse ha reso l’ascolto e l’attenzione non facile per tutti, dato che chi non conosceva l’opera poteva perdersi. Inoltre la decisione di recitare in rima ha fatto in modo che chi ascoltasse fosse trasportato dalla narrazione, ma non completamente coinvolto nelle vicende.
Il fatto che ricordassi piuttosto bene l’opera è stato un vantaggio, ma anche uno svantaggio. Mi sarei sentita diversamente se mi fosse stato proposto qualcosa di nuovo, che non conoscevo, dato che l’Orlando Furioso l’ho trattato per parecchio tempo. Aver studiato le vicende di Orlando e i vari paladini però mi ha permesso di muovermi bene durante lo spettacolo dato che, anche se mi perdevo una piccola parte, sapevo dove riallacciarmi. Sotto questo punto di vista è stato come rivivere di nuovo l’opera, ma in modo totalmente differente. Trovo inoltre che Accorsi abbia reso perfettamente i sentimenti dei personaggi, in particolare grazie all’uso della sua voce. Una delle mie scene preferite è stata la pazzia di Orlando. È vero, la rima teneva un po’ distaccati, ma grazie alla conoscenza dell’episodio e il modo di recitare di Accorsi mi sono immedesimata e ho compreso il dolore di Orlando nuovamente.
Infine sarebbe incoerente dire che questo spettacolo non mi ha lasciato nulla. Sono ancora combattuta, perché è stato piacevole, ma non mi ha meravigliata. Lo consiglierei a chi ha voglia di provare a conoscere l’Orlando Furioso, lasciandosi trasportare dalla musicalità delle rime e dalla voce e dalla figura di Stefano Accorsi.
Sofia Consolaro – Liceo Pigafetta, Vicenza