Siate folli

I folli, i vecchi svitati, gli ubriaconi, i senzatetto o i tossici sono coloro che la società considera emarginati, e non vengono mai presi sul serio per le loro stravaganti idee: così infatti è accaduto nello spettacolo di danza “Io, Don Chisciotte”, dove il protagonista era un emarginato sociale che affidava ai libri di avventura, vivendo anche lui simili imprese anche per mezzo di qualche sostanza stupefacente che gli permise di “mettere le ali” alle sue fantasie. Anche il Don Chisciotte del romanzo di Miguel De Cervantes Saavedra era un pazzo che fantasticava troppo e che viveva in un’immqginaria realtà da lui inventata, senza però stare attento a ciò che lo circondava realmente.A proteggerlo ci pensa infatti Sancho Panza, il suo scudiero, nonché amico fidato che, a differenza del suo padrone, tiene i piedi per terra: nel balletto viene riportato come una donna incinta (panza) che lo segue come un’ombra mostrando il legame che li tiene sempre insieme poiché dipendono l uno dall’altra.Nel balletto l’armoniosa gestualità, simile al sogno e alle fantasie del protagonista, sono in contrapposizione con i movimenti ritmici e rigorosi della rigida realtà, rappresentata dalle schiere dei nemici, che di tanto in tanto interrompe la continuità del mondo immaginario di Don Chisciotte.L’opera di Fabrizio Monteverde è dunque una critica alla società attuale, che emargina e deride coloro che si distinguono dalla massa di individui omologhi: è un modo per dirci SIATE FOLLI.

Federica Bruttomesso, Liceo Pigafetta