Giovedì 29 novembre 2018, Giuliana Musso e Monica Capuani hanno incontrato i ragazzi di Campus Lab al Teatro Civico di Schio. Uno sharing speciale, in cui l’artista e la drammaturga hanno spiegato ai ragazzi il percorso, intrapreso durante la residenza al TCVI, che le ha condotte alla creazione di un nuovo testo teatrale ispirato a “La scimmia” di Franz Kafka.
Dopo l’intenso incontro, ai ragazzi è stato chiesto di scrivere qualche riga d’impulso, per raccontare le loro impressioni più sincere sull’incontro.
Ho apprezzato molto l’incontro perché oltre a parlare della storia di Kafka hanno spiegato come lavora la Musso, da cui secondo me si può prendere spunto, anche se è difficile arrivare ai suoi livelli. MI piacerebbe fare un altro incontro così perché si può imparare molto, è interessante e affascinante vedere come lavora un attore dietro uno spettacolo. Senza l’introduzione non sarei riuscita a capire il suo essere scimmia, anche se di per sé il testo era ben fatto e letto, direi molto bene. Secondo me bisognerebbe fare una parentesi introduttiva al pubblico prima dello spettacolo. (Martina Za)
Le idee di Kafka sono sempre molto piacevoli e ben strutturate. Tuttavia non so come potrebbe essere interpretato un tale spettacolo dal pubblico che non ha avuto la possibilità di incontrare Giuliana Musso. Senza le sue spiegazioni non penso avrei capito il senso dell’opera e di ciò che voleva trasmettere. In ogni caso è stato davvero interessante sapere come funziona il mondo del teatro più professionalmente e quanto lavoro si trova dietro ogni singola messa in scena. (Marianna Maggiore)
Il tema è molto originale, ma ancora più interessante è il metodo col quale la Musso lo interpreta, parlando del nostro voler cambiare ed evolverci fino a dimenticare le nostre origini. Molto riflessivosi preannuncia uno spettacolo sensazionale. Molto profondo e interessante, ma difficile da comprendere, concetti troppo complessi per un pubblico inesperto, alla fine lascia interdetti. Fa riflettere sulla nostra evoluzione e sul nostro dimenticarci della nostra essenza più profonda.
Trovo molto interessante lavorare sullo scritto di Kafka, che offre uno scenario di discussione attuale sul moltissimi temi. Tra questi, quello da voi citato della concezione mente/corpo è messo (immagino volontariamente)vin secondo piano, ma penso che afferrare il concetto sia consigliabile approfondirlo di più come è stato fatto con noi. Grazie e buona avventura!
Come sostiene un altro compagno, credo che per il pubblico serva, prima dello spettacolo, una breve introduzione per spiegare concetti base poiché la maggior parte potrebbe non comprendere a pieno. Inoltre, a mio parere, alla “storia” raccontata dall’attrice dovrebbe affiancarsi un po’ di dinamicità, degli spostamenti, movimenti, gesti.
Mi aspetto uno spettacolo grandioso e che, soprattutto, faccia riflettere. Mi aspetto che sappia mettere in risalto, non solo l’opera stessa di Kafka, ma anche il valore dell’uomo; che sappia sorprendere il pubblico.
A mio parere l’incontro è stato molto interessante, l’attrice suscitava molta curiosità. È stato molto bello notare negli occhi di questa donna tutta la passione che riserva a quest’arte, ancora troppo poco valorizzata.Ascoltare le sue parole mi hanno generato tanta curiosità, si nota il lavoro impegnativo che sta compiendo ogni giorno. A mio parere sarebbe molto interessante coinvolgere il pubblico in qualche modo. anche con un semplice restituzione / domande alla fine o prima dello spettacolo (Caterina)
Io credo che questo spettacolo sarà molto coinvolgente dal punto di vista emotivo: secondo me andrà a suscitare varie emozioni e riflessioni nello spettatore. Credo che sarà anche molto bello da vedere. Dalla breve presentazione mi sembra che andrà a toccare sfere emotive e sensoriali che non pensavamo neppure di avere.
Le storie di Kafka sono incredibilmente interessanti e introspettive per l’epoca nelle quali sono state scritte, nonché sorprendentemente attuali. La lettura che abbiamo ascoltato era interessante, scorrevole e letta in maniera espressiva e unica. Spero veramente che lo spettacolo vada a buon fine.
L’incontro con Giuliana Musso mi ha colpito molto perchè rispetto alla classica recitazione con la voce, lei usava il corpo imitando diversi personaggi e mi ha trasmesso allegria perché alcune volte faceva le smorfie e mi faceva ridere.
Penso che l’argomento sia stupendo perché fa riflettere su quanto siamo distanti dal nostro essere animale. Inoltre la scimmia per essere uguale agli altri, in questo caso gli umani, cambia se stessa volendo compiacerli. Magari alcuni dei termini usati possono risultare un po’ complicati per i più piccoli.
Ho trovato l’argomento molto forte. Ho trovato interessante l’evoluzione della scimmia e l’interprete molto espressiva.
A mio parere lo spettacolo di Giuliana Musso sarà molto interessante e avrà tantissimo impatto sul pubblico. O almeno, su di me lo ha avuto. La figura della scimmia è molto commovente. È come se fosse la parte più pura e innocente di ogni uomo, che sebbene sia evidente la manifestazione della crudeltà e della violenza, non ci vuole credere. Anzi, la scimmia giustifica l’uomo. È una che stringe il cuore. Forse alcuni concetti sono un po’ complicati per lo spettatore comune, ma così inseriti nel testo arrivano indirettamente. Nel peggiore dei casi, i concetti non verranno percepiti, ma mi sembra che ai fini della storia siano così fondamentali.
Tutto quello che pensiamo è nato da un’esperienza che abbiamo vissuto. Nulla è dettato dal nulla perché noi umani non ne siamo in grado. Ciò che Giuliana vuole trasmetterci è questo insieme e un’infinità di altri aspetti, come il funzionamento dei neuroni specchio. Nel racconto di Kafka, una scimmia è stata in grado di assimilare gli stimoli esterni, facendoli suoi e ripetendoli. Ha imparato prima i gesti e poi la parola, fino a diventare un umano a tutti gli effetti.
La libertà umana e la dignità è in un respiro, in un istinto non in un freddo pensiero razionale. Questo spettacolo sarà bello se ci farà sentire scimmie, se ci farà venire voglia di essere scimmie! Per me lo spettacolo, essendo pieno di intensità, nonostante la complessità riuscirà ad arrivare per mezzo dell’aria.
Penso che sarà uno spettacolo stupendo, ma ha bisogno di una preparazione per lo spettatore perché si basa su un’ideologia studiata e precisa.
L’incontro mi ha molto incuriosita, infatti ho prenotato Kafka in biblioteca. L’ho trovato molto interessante anche per come è stata rielaborata la storia, ci ho visto molto di ciò che sto studiando a scuola proprio ora, di Pascoli e del mio fanciullino, ma anche del materialismo di Feuerbach. Credo che lo spettacolo sia in buonissime mani, penso proprio che sarà STUPENDO, non vedo l’ora di vederlo.
In base a quanto ascoltato oggi ho potuto trarre una riflessione in merito alla scimmia di Kafka. Essa ha perso la sua natura e scende a patti con l’uomo per ricavassi una “specie” di libertà che però lo rende lontano dal suo vero essere. Gli uomini imprigionano la scimmia, ma allo stesso tempo condividono molte cose: l’origine animale. Questa allusione la ritroviamo nel mondo contemporaneo dove l’uomo “intrappolato dalle catene” di esso ritorna ad assumere aspetti simili a quelli della scimmia, cioè si ritorna animali. Una critica su quanto sentito: potrebbe prendere più riferimenti al mondo contemporaneo.
Mi è piaciuto moltissimo il tutto! Dalla premessa/prefazione/quello che era, fino all’ultima parola! Mi sono venuti in mente molti spunti, dal discorso dell’esperienza che mi ha fatto pensare a quanto poco riusciamo a sfruttarla! Quanto poco, davvero! Poi il discorso su mente e corpo, che si ricollega alla “nostra” mancanza di saper sfruttare davvero l’esperienza e quindi finendo per trascurare “l’uno” e “l’altro”. Fino al “discorso” di scimmia, di intuito, di animalità… Quanto ci è permesso e quanto ci è dovuto? Quanto la paura di noi stessi ci ha limitato nell’ESSERE noi stessi? Chi sono e perché sono? Quanto di me è realmente ME? E cosa ci differenzia dall’essere “scimmia”, forse la capacità di creare l’unicità. Mi spiego meglio: “Quella è una cosa che farebbe solo LUI!”, “Quello è proprio un comportamento da scimmia!”. Non esiste la scimmia “EROE”, o forse è meglio dire che ce ne sono troppo poche. (Ugo)